Sta per partire il progetto ideato dal Consorzio delle Pro Loco della Valle Santa Reatina (che negli anni trascorsi ha già realizzato le prime edizioni della manifestazione) e realizzato, per il corrente anno, in collaborazione con il Club Alpino Italiano Sezione di Rieti e sottosezione di Poggio Bustone, la Fondazione Amici del Cammino di Francesco e i Frati dei Conventi Francescani della Valle Santa.
L’evento prevede sette escursioni guidate, distribuite in un arco temporale compreso tra maggio e dicembre, alla scoperta della Valle Santa Reatina, finalizzate alla valorizzazione delle risorse turistiche locali, attraverso la promozione del “Cammino Di Francesco”.
Si parte il 5 Maggio con una escursione che, dal Convento di San Giacomo (Poggio Bustone),conduce all’ Eremo di San Michele Arcangelo (Morro Reatino). A seguire, verranno visitate la Sorgente di Santa Susanna ed il Faggio di San Francesco a Rivodutri (9 giugno) , i ruderi della così detta Villa D’Assio a Colli sul Velino (30 giugno) e Pian de’ Valli sul Monte Terminillo, con escursione al luogo del disastro aereo Sabena (21 luglio).
Dal 2 al 4 Agosto, in occasione della Festa del Perdono , tre giorni di cammino, per unire con un ideale fil rouge tutti i siti francescani della Valle Santa Reatina con il Sacro Speco di Poggio Bustone, sede della rivelazione divina e della remissione dei peccati.
L’8 settembre è, invece, la volta del cammino di San Felice, tra Cantalice e Cittaducale, sulle orme di Felice Porro, primo santo dell’ordine dei Cappuccini.
Tappa conclusiva, il 29 dicembre ,alla scoperta della Valle del primo Presepe: da Poggio Bustone con “Il paese diventa presepe”, attraverso il presepe subacqueo della Sorgente di Santa Susanna di Rivodutri, fino al presepe di Greccio , primo esempio al mondo .
Il progetto vuole dare evidenza al patrimonio immateriale e culturale presente nella Valle Santa Reatina, per offrire ai potenziali visitatori, viaggiatori ed escursionisti, le conoscenze storiche, religiose, culturali ed ambientali, garantendo loro supporto e logistica a livello locale, nelle varie tappe che si trovano lungo i percorsi.
Le escursioni, unità fondamentali del progetto, permettono di abbinare al piacere dell’attività sportiva in mezzo alla natura incontaminata, il desiderio di approfondire le tradizioni del luogo e la conoscenza del passato e delle radici storiche e religiose locali. In particolare, il Cammino di Francesco (nel cui tratto reatino si snodano le escursioni proposte) può essere considerato una sorta di pellegrinaggio attorno ai valori fondanti francescani: non a caso il percorso è punteggiato dai siti in cui il Poverello d’Assisi ha realizzato le tappe fondanti del suo “cammino” religioso e personale. Tutte le passeggiate si concluderanno a tavola, per gustare le eccellenze enogastronomiche del territorio, presentate o dalle Pro-Loco o dai ristoratori locali.
Filo conduttore è un approccio “slow” ai percorsi, tanto più nel 2019, anno del turismo lento, con l’opportunità per i partecipanti di apprezzare le peculiarità di ogni tappa.
Il Cammino di Francesco è un percorso di interesse religioso e naturalistico che si sviluppa all’interno della Valle Santa Reatina, nella Provincia di Rieti, toccando vari luoghi segnati dal passaggio di San Francesco d’Assisi tra cui i quattro santuari da lui fondati. Si integra in un più ampio cammino che da Roma passa per la Valle Santa e conduce ad Assisi, ed ancora più a Nord fino alla Verna. Sulle tracce del Santo, figura tra le più affascinanti della storia medievale, il Cammino di Francesco collega l’Umbria a Roma. Entra nel Lazio non lontano dal Lago di Piediluco, si inoltra nella Valle Santa Reatina, toccando i monasteri di Poggio Bustone, Greccio, la Foresta e Fonte Colombo; prosegue ricalcando la romana via Salaria, con piccole deviazioni verso l’Abbazia imperiale di Farfa; si spinge in aree archeologiche, in vista dei castelli e borghi; entra infine a Roma, con 25 tappe totali.
Negli ultimi anni, si è registrato un crescente numero di persone che percorrono i cammini italiani. Questa novità ha fatto del cammino un fenomeno sociale in espansione e lo ha incluso fra quelli che, in ambito turistico, sono considerati i motivi per cui si sceglie una destinazione piuttosto che un’altra: i cammini sono diventati degli attrattori turistici a tutti gli effetti e il turista che ama camminare è diventato un target a cui rivolgersi.
Camminare fa bene al corpo e alla mente e a tutte le età e scegliere di camminare per turismo è certamente legato alla ricerca del benessere e di un arricchimento personale: la lentezza dell’incedere porta alla scoperta, o alla riscoperta, di noi stessi e dei luoghi che attraversiamo in modo più approfondito e intenso, ritrovando il senso più autentico del viaggio.
Tutto questo, se gli itinerari sono abbastanza lunghi da richiedere almeno un pernottamento, diventa turismo-lento, sostenibile, ecoturismo. Un turismo che, per le sue caratteristiche, è spesso un volano eccezionale per l’economia dei territori che ne sono interessati, luoghi paesaggisticamente di pregio, situati in aree che non sopporterebbero altro turismo se non quello slow di chi si muove a piedi, con lo zaino sulle spalle, non considerando essenziali molti dettagli cui invece fa estrema attenzione il turista di massa. Da tutto ciò si evince che le prospettive di crescita di questo settore turistico sono degne di attenzione, soprattutto da parte di chi si occupa della valorizzazione dei territori interessati da percorsi che abbiano un interesse particolare, ad esempio religioso come è per il Cammino di Francesco.
Da ciò deriva la stringente necessità di adoperarsi per creare nuove “destinazioni itineranti” che il turismo lento può contribuire a lanciare o rilanciare, con l’indispensabile contributo e la necessaria sinergia degli enti locali e di tutti i soggetti interessati, pubblici e privati, che operano lungo i percorsi. Qualora si giungesse al pieno compimento del progetto, si evince dunque che questo contribuirebbe a stimolare l’economia dei piccoli borghi attraversati dalle escursioni, potenzialmente destinati all’abbandono, con la possibilità di creare nuove opportunità di lavoro per i giovani e per le attività economiche già attive.