Borghi


Rieti

Rieti è un comune italiano di 47 585 abitanti del Lazio, capoluogo dell’omonima provincia e capitale della regione storica della Sabina. L’etnico “reatini” proviene etimologicamente dal nome latino della città, i.e. Reate.

Ritenuta dagli autori dell’età classica il centro geografico d’Italia (Umbilicus Italiae), Rieti sorge nella fertile Piana Reatina alle pendici del Monte Terminillo, sulle sponde del fiume Velino, in un territorio ricco d’acqua che fornisce alla Capitale molta dell’acqua potabile di cui necessita.

Di origini ancor più antiche di Roma, fu fondata all’inizio dell’età del ferro e divenne un’importante città dei Sabini. Fu conquistata dai Romani nel 290 a.C e, dopo la caduta dell’impero, dai Visigoti; sotto i Longobardi fu gastaldato nel Ducato di Spoleto. Entrata a far parte dello Stato Pontificio, costituiva un territorio di frontiera con il Regno di Napoli e nel XIII secolo fu frequentemente sede papale. Dopo l’annessione nel 1860 al Regno d’Italia fu aggregata alla provincia di Perugia, in Umbria, finché nel 1927 fu istituita la provincia di Rieti passando nel Lazio.

È caratterizzata da estati calde e da inverni con temperature notturne spesso inferiori allo zero. La bellezza del paesaggio e la quiete dei luoghi ne fanno un posto vivibile e meta privilegiata di molti turisti, provenienti soprattutto dalla vicina Roma

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cantalice

Piccolo borgo medioevale di 2859 abitanti detti cantaliciani con un territorio di 37,7 kmq, situato a 660 metri s.l.m., sui monti che chiudono a N.O. la piana reatina. Cantalice ha dato i natali a due uomini Illustri nel XV e XVI secolo: il Cantalicio e San Felice da Cantalice primo Santo dell’ordine dei cappuccini, che fieri delle loro origini, vivendo nella Roma del cinquecento hanno reso, rendono e renderanno con le loro opere famoso il borgo nel mondo. Il primo con la sue arte e cultura, il secondo frate Deo Gratias con la sua umiltà evangelica nella quale ci richiama ogni giorno Papa Francesco.

Questo piccolo borgo si trova alle pendici del Monte Terminillo, lungo il percorso dei Cammini di Francesco e Benedetto nel tratto che collega i Santuari Francescani di Poggio Bustone e della Foresta. Sei erano le porte per accedere all’inaccessibile castello che con Santa Rufina e Lugnano erano sotto il regno di Napoli, la prima citazione dell’esistenza di questo borgo risale ai 1081, solo nel 1731 gli fu conferito il titolo di città.

Nel 1577 Cantalice respinse le truppe reatine rinforzate da contingenti Francesi e Pontifici, per questo fu premiata da Ferdinando Alvarez di Toledo duca d’Alba all’esenzione per venticinque anni dalle imposte e perché restasse memoria di quando accaduto ordinò che intorno all’arma fosse scritto il motto FORTIS CANTALICA FIDES e fosse inserita un’aquila nello stemma che da allora si presenta cosi ordinato: scudo coronato con torre di oro in campo azzurro, ai cui lati è il leone i rampante e l’elce ramoso, al di sopra l’aquila spiegante il volo e sotto il motto suddetto. L’elce ramoso rappresenta l’origine del nome che viene fatto risalire tradizionalmente ai lemmi catà e ilex, per indicare la vicinanza di un leccio che doveva innalzarsi dietro la sagrestia dell’antica chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Cantalice con le sue dieci chiese e sette frazioni dopo quasi mille anni e tante vicissitudini sovrasta ancora la piana reatina con la torre del Cassero e la chiesa di San Felice che riverbera sulla piana e sul santuario di Greccio.

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Poggio Bustone

Il paese si presenta adagiato sulle pendici del monte Rosato con una sistemazione a gradinate, è caratterizzato da un susseguirsi di vie strette e rustiche,vicoli ripidi e faticosi, scalinate che diventano sentieri di montagna, ma che insieme alle case, alle case-ponte, agli archi offrono un magnifico effetto scenografico. All’occhio attento del visitatore non sfugge che le piazze, gli archi, le porte d’ingresso al Paese, le Chiese, non sono posti a caso, tanto armonica è l’unita architettonica dell’insieme, che ha reso Poggio Bustone uno di quei rari Paesi che hanno conservato il fascino dei tempi lontani. Della struttura medioevale troviamo le due porte che davano accesso al Borgo,quella del Buongiorno ad ovest e quella della Torre ad est. La porta est oggi è rappresentata dai resti della parte inferiore della Torre pentagonale del Cassero, in prossimità, secondo uno schema urbanistico ricorrente dell’età comunale, la Chiesa assai più grande di quella antica e la piazza. La Chiesa è la Chiesa Parrocchiale S.Giovanni Battista con all’interno un affresco quattrocentesco di S.Francesco che riceve le stimmate e le reliquie di S.Felice Martire e la piccola piazza Piazza S.Felice. Più sotto si distende il Paese con le sue viuzze strette e tortuose, con le sue case aggrappate le una alle altre, con le sue case-ponte che uniscono caseggiato a caseggiato fino ad arrivare all’altra porta rappresentata dall’Arco del Buon Giorno, un bell’arco a sesto acuto. Anche qui una piccola Piazza, Piazza Regina Elena con una fontana del 1887 e una piccola Chiesa la Chiesa dell’Annunziata.

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Rivodutri

Rivodutri è un comune della provincia di Rieti, da cui dista 16 chilometri, situato nella Valle Reatina, nella zona nord-est della regione Lazio.

Il comune conta 1.278 abitanti (detti Rivodutrani) e ha una superficie di 26,9 chilometri quadrati, per una densità abitativa di 47,51 abitanti per chilometro quadrato. Il territorio del comune risulta compreso tra i 370 e i 1.700 metri sul livello del mare,per un’escursione altimetrica complessiva pari a 1.330 metri. I centri abitati sono così distinti: il capoluogo Rivodutri e le frazioni Apoleggia, Cepparo, Le Ettie, Piedicolle, Vicchiagnone e Villaggio Santa Maria. Confina a nord con la regione Umbria e il comune di Leonessa, ad est con il comune di Poggio Bustone, a sud con il comune di Rieti, ad ovest con i comuni di Morro Reatino e Colli sul Velino. Molto sono le attrattive che dovrebbero invogliare il turista, che si trova in questo incantevole angolo di Centro Italia, a fermarsi e sostare: gli edifici storici, i monumenti, le bellezze naturali.

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Morro Reatino

Notizie certe del Comune di Morro Reatino si hanno a partire dal 1152, poichè Morro faceva parte di quei castelli che Labro aveva donato a San Giovanni in Laterano per trovare un valido aiuto nell’arginare i Normanni.I resti architettonici che ci sono pervenuti sono pochi ma non per questo poco indicativi; l’ingresso del paese é segnato da una Porta a tutto sesto seguita da un passaggio con la volta a botte. Le Mura con i merli a conci pieni (guelfe) e i Torrioni circolari e quadrangolari ricordano il carattere difensivo di quest’antico borgo; Morro ha una tale veste per esser stata una delle sentinelle di Labro. Dal 1817 Morro fece parte del governatorato di Poggio Bustone.Da visitare è la Chiesa Parrocchiale (XVIII sec.) dedicata al patrono S. Lorenzo, ove degna di nota è un’urna cineraria, riutilizzata come fonte battesimale; era custodita all’interno dell’edificio religioso una bella croce processionale di argento oggi al Museo Diocesano di Rieti (visitabile il fine settimana). Chi é appassionato d’arte quattrocentesca può ammirare, all’interno della chiesa, una Madonna con Bambino, sollevata in volo da angeli, fiancheggiata da S. Sebastiano e da un altro Santo non riconoscibile.A questa Madonna è legato un evento miracoloso: si racconta che, nel XV sec., dei soldati di ventura tentarono, durante la notte, l’assalto al cassero ma apparve, accompagnata da un bagliore, la Madonna che mozzò loro i piedi mentre si arrampicavano sul colle ed essi precipitarono e morirono dissanguati. Le donne di Morro nel 1480 vollero, come ricorda un’iscrizione posta sotto la Madonna Mozzapiedi, che fosse dipinta l’artefice di tale prodigio. http://www.comune.morroreatino.ri.it/


Labro

Nel cuore d’Italia, Labro è un borgo unico… Unico per la sua splendida posizione in cima a un colle boscoso che da un lato traguarda lo specchio del Lago di Piediluco, il più bello del Centro d’Italia, e da un lato l’immensa falesia del Monte Terminillo, l’Alpe di Roma.

Labro è un borgo unico per la sua millenaria storia di rocca a guardia degli antichi confini fra le terre umbre e reatine, unico, per la sua straordinaria storia recente, di recupero e rinascita…

Infatti Labro è stato il primo borgo del Lazio ad avere la ventura di essere integralmente sottoposto a un restauro di tipo conservativo!
Alla fine degli anni ’60, il paese antico, quasi completamente spopolato in virtù della scarsa agibilità alle autovetture, fu ‘scoperto’ da un architetto belga che intraprese un’ispirata quanto ardita opera di recupero urbanistico: e così in quegli stessi tempi in cui i nuclei storici di quasi tutte le città e i paesi d’Italia venivano orrendamente scempiati da improvvidi ‘ammodernamenti’, a Labro, invece, l’utilizzo di materiali e, soprattutto, di forme originali riuscì a compiere il miracolo di resuscitare l’autentica atmosfera della rocca medievale!

E a renderla di nuovo viva! Perché, lo spirito dell’opera di recupero di Labro non fu accademico, volto a una filologica ricomposizione museale dei manufatti urbani, bensì fu uno spirito appassionato di ricostruzione di un autentico spazio vitale, case ‘nuovamente’ da abitare, e vie ‘nuovamente’ da camminare… ‘nuovamente’ eppure in armonia con l’antico!

http://www.labro.gov.it/

Colli sul Velino

Colli sul Velino è un comune di circa 515 abitanti della provincia di Rieti. Piccolo centro di collina della Sabina (territorio interno del Nord Est del Lazio), immerso nel verde, ai confini con l’Umbria. Nella zona circostante si trova il pittoresco Lago di Ventina, il Fiume Velino ed il Canale di Santa Susanna, frequentato dai pescatori sportivi. 
Interessanti località vicine sono, oltre al capoluogo Rieti ed agli altri pittoreschi centri collinari della Sabina, (Greccio: Santuario francescano, luogo del primo Presepe), alcuni importanti centri della limitrofa regione Umbria (Terni : Cascate delle Marmore ed il lago di Piediluco). 

La zona in cui sorge l’attuale centro abitato ha ospitato insediamenti umani sin dalla più remota antichità: alcune notizie su di essi sono rinvenibili nelle opere dello storico romano Terenzio Varrone, che possedeva una villa nei pressi di Colli sul Velino, nella località oggi denominata Grotte di San Nicola; qui sono stati infatti rinvenuti i resti di quella che doveva essere, all’epoca, una splendida dimora immersa nel verde.
L’ attuale aspetto di Colli sul Velino è caratterizzato dalla presenza di numerosi ruderi di edifici religiosi disseminati per l’abitato, che contribuiscono a creare un’atmosfera di particolare suggestione e a testimoniare delle profonde radici storiche del borgo.
Per un’escursione storico-naturalistica, una meta particolarmente interessante può essere rappresentata dal vicino Lago di Ventina, che costituisce un relitto del Lago Velino, esistente sin dall’età preistorica: si tratta di un luogo ricco di fascino ed eccezionalmente fresco anche in piena estate. La presenza nel territorio comunale di alcune zone protette facenti parte della Riserva Naturale dei Laghi di Lungo e Ripasottile completa il quadro.

http://www.collisulvelino.net/



Greccio

Il borgo medievale di Greccio, nella Provincia di Rieti, è arroccato a 705 metri d’altitudine, su un bastione roccioso, alle pendici del Monte Lacerone, affacciato in splendida posizione panoramica sulla valle Santa Reatina.

Fondato probabilmente da una colonia Greca, in tempi antichissimi, si hanno notizie delle battaglie sostenute con le comunità vicine fin dal secolo XI, data della nascita del Castrum.

Nel primo periodo della sua genesi, più precisamente negli anni a cavallo del 1100, il castrum Greciae conobbe una fase di grande sviluppo demografico ed urbanistico in seguito all’immigrazione degli abitanti di Rocca Alatri, un centro situato nei pressi della vicina abbazia cistercense di San Pastore, che cominciò a spopolarsi in quel periodo.

Nel 1242 fu distrutto ad opera delle truppe di Federico II di Svevia che, in guerra contro la Santa Sede e non riuscendo ad espugnare Rieti dopo dieci mesi di assedio, incaricò nel mese di maggio il suo capitano generale Andrea di Cicala di mettere al ferro e fuoco l’intero circondario.

Fu la più drammatica devastazione che il paese subì, insieme al saccheggio delle truppe napoleoniche che si consumò nel 1799.

L’antico borgo conserva intatta la sua struttura, tipica di un “castrum” fortificato, nella quale spiccano i resti del castello, risalente al secolo XI.

http://www.visitgreccio.com/






Contigliano

Contigliano è un comune italiano di 3 806 abitanti della provincia di Rieti, nel Lazio, situato 7 km ad est del capoluogo.

‘antico nome di Contigliano deriva dalla villa di Marco Fabio Quintiliano, famoso oratore e retore del I sec. d.C., amico e consigliere di Marco Flavio Vespasiano, originario della Sabina. Quando l’oratore si ritirò dal pubblico insegnamento visse nel proprio ager Quintilianus che si popolò di case, costituendo un primo nucleo di abitazioni.

Del 1157 è il primo ricordo di un centro fortificato denominato castrum Quintilianum. Il castrum dipendeva da Rieti che esercitava il controllo per la sua posizione strategica. Nel 1501 vi fu l’attacco del cavaliere Vitellozzo Vitelli che capitanava una schiera di soldati d’avventura, mentre si recava verso L’Aquila, al servizio di Cesare Borgia. Il condottiero attaccò Contigliano poiché la città gli aveva negato le vettovaglie per il suo esercito e perché una donna lo aveva colpito con una grossa pietra ferendolo leggermente.

http://www.comune.contigliano.ri.it/

Cittaducale

Cittaducale (Cìeta in dialetto locale) è un comune italiano di 6 743 abitanti della provincia di Rieti, nel Lazio. Fino al 1927 faceva parte della provincia dell’Aquila, in Abruzzo e, dal 1308 (anno della sua fondazione) al 1861, per più di 500 anni, è stato parte integrante prima del giustizierato Abruzzo Ulteriore, poi della provincia Abruzzo Ulteriore II, nel distretto di Cittaducale, con capoluogo L’Aquila

La maggior parte degli edifici più significativi di Cittaducale, in larga parte costruiti durante il periodo medioevale presenta oggi un aspetto diverso da quello originario a causa delle ricostruzioni resesi necessarie dopo il terribile terremoto del 1703.

La cittadina conserva intatto il suo carattere urbanistico basso-medioevale, con pianta ellittica modellata su quella del tradizionale Castrum Romanum: due strade perpendicolari che si incrociano dando luogo alla piazza centrale, attorno alla quale sono situati i principali edifici pubblici.

Sono ancora ben conservati alcuni tratti della cinta muraria con le caratteristiche torri difensive, in particolare quella a guardia dell’accesso principale, denominata Torre Angioina o Cassero di S. Manno.

http://www.prolococittaducale.it/