La regola e l’intervento agli occhi di Fonte Colombo
«Il monte della Regola, monte Ranierio, è stato riempito dal Signore di divina dolcezza, consacrato al sapore mellifluo della sua presenza, in mezzo al festoso stuolo dei beati. È divenuto un nuovo Sinai, dove, sentendolo tutti, fu data la legge. Un altro monte Carmelo, dove l’anima di Francesco si intratteneva e conversava con il Signore. Fontecolombo è il monte che dobbiamo salire a piedi scalzi, perché è un luogo veramente santo», scrive un anonimo reatino guardando al luogo in cui Francesco compose la Regola definitiva del suo Ordine. Qui tutto è sacro: gli edifici e il bosco stesso, perché racchiude il Sacro Speco, la grotta naturale in cui Francesco scrisse la regola del suo Ordine. Dopo aver sostato in preghiera e digiunato per quaranta giorni, la dettò a frate Leone, in presenza di frate Bonizo da Bologna, esperto in diritto canonico. Molto più breve di quella cosiddetta “non bollata” presentata al capitolo del 1221, fu definitivamente approvata da papa Onorio III il 29 novembre 1223. La stesura della Regola avvenne in una grotta alle pendici del monte, sulla quale è stato poi costruito l’oratorio di San Michele, che la racchiude e comprende una piccola cappella.
Fontecolombo per frate Francesco fu anche lo scenario di un momento doloroso. Qui egli ha ricevuto le cure mediche dell’epoca per la malattia che lo rendeva quasi cieco: la cauterizzazione degli occhi. «Il medico sottopose San Francesco alla cauterizzazione, utilizzando un ferro rovente, delle vene dall’orecchio al sopracciglio, credendo d’interrompere in tal modo il flusso di umori che si riversava dagli occhi del Santo», si legge ne I Fioretti di san Francesco. Narrano le fonti francescane che Francesco, mentre il medico scaldava il ferro, si rivolse a «fratello Foco» pregandolo di mitigare la sua forza, e il fuoco risparmiò al santo il dolore, tra la meraviglia dei presenti.
Mons. Domenico Pompili – Vescovo di Rieti