Il Cammino di San Felice


IL Cammino di San Felice da Cantalice a Cittaducale

L’escursione ripercorre la strada che Felice porri ancora bambino fece da Cantalice a Cittaducale per andare a lavorare come bifolco presso la famiglia Pichi. Proprio qui, dopo essere uscito illeso da un grave incidente mentre arava i campi con i buoi, si reco presso il locale convento dei Cappuccini per farsi frate.

Dal Santuario di San Felice all’Acqua, quota 583 m, si percorre in salita Via Giovanni Pascoli (direzione Est). Si passa accanto a un fontanile, a un’edicola sacra e si entra nella frazione di Civitella, comune di Cantalice, quota 652 m. Al bivio, dopo il piccolo borgo, si va dritti sempre in Via Giovanni Pascoli, alla biforcazione successiva, un centinaio di metri dalla prima, si continua dritti in Via San Gregorio. La strada diventa panoramica perché passa sopra le colline circostanti, si lascia a destra la chiesa di San Gregorio e superati alcuni casali e ville si incrocia Via del Castello. Dopo il viale alberato si giunge a un crocevia (684 m), dove sulla destra c’è la quattrocentesca chiesa di Maria Santissima della Pace e la statua di San Felice da Cantalice (fin qui 50 minuti – ascesa 160 m – discesa 80 m – Km 3,2).

Abbandoniamo per il momento il Sentiero di San Felice per andare a visitare la chiesa di San Felice si percorre Via Castello entrando nel borgo superiore del paese, si lascia a destra una fontana pubblica e si giunge in Piazza San Felice da Cantalice dove si trova un’interessante fontana e la chiesa omonima; dalla piccola balconata si gode un suggestivo panorama (tra andata/ritorno e visita 30 minuti – Km 1).

Ritornati presso la chiesa di Santa Maria Santissima della Pace si percorre Via della Resistenza (direzione Capolaterra), si passa accanto alla caserma dei carabinieri e, dopo 500 metri, prima di una curva a sinistra, si prende una sterrata a destra in discesa (715 m). Dopo pochi metri si è a un quadrivio, si prende in discesa a sinistra nel bosco, si passa accanto a un’antica fonte (mantenuta in pessimo stato) con tettoia e lavatoio, Fonte Saletto (678 m).

A un bivio si va a destra (Sud), al successivo si trascura la strada di sinistra per la località Cazzocchia e si continua dritti (direzione Sud); sempre nella stessa direzione più avanti il sentiero si restringe passando in mezzo a una fitta vegetazione fino a un ennesimo bivio dove si piega decisamente a sinistra, Est (635 m).

Ancora in una fitta boscaglia fino a uscire su una sterrata che più in basso intercetta la strada asfaltata che collega la Statale 4bis del Terminillo con Santa Croce, frazione del comune di Cantalice (620 m).

Si svolta a destra e dopo 300 metri circa si prende sulla sinistra una piccola strada (580 m) che ci porta ad attraversare il Vallone di Lisciano  a quota 570 m. Si prosegue in Via Cerenaro, si passa sotto la SS4bis e si giunge nel paese di Lisciano, frazione del comune di Rieti, quota 585 m (dalla chiesa di Santa Maria Santissima della Pace 1 ora – ascesa 110 m – discesa 230 m – Km 3,3).

Visitato il borgo si riprende Via Cerenaro salendo verso monte, subito dopo un antico fontanile (595 m) si va a destra; alla fine della strada inizia la mulattiera, all’inizio molto ripida e dissestata. Si sale a stretti tornanti nel bosco lungo una via dal fondo roccioso e breccioso, più in alto la pendenza si fa meno dura, a una biforcazione andare a destra (770 m).

Ancora in salita nel bosco di castagno selvatico fino a uscire su una piccola strada asfaltata che si segue a sinistra; dopo una decina di metri trascurare una sterrata che scende a sinistra anche se ci sono alcune frecce di vernice gialla che invitano ad andare da quella parte (è una scomodissima scorciatoia, a tratti cementata e molto pericolosa perché, in caso di umidità diventa scivolosa e si rischia di farsi seriamente male; oltretutto aggira il paese senza dare la possibilità di “curiosare” e infine guadagna poche centinaia di metri). Si entra così nel piccolo borgo di Coccodrillo (comune di Rieti) dove ci si può rinfrescare presso un fontanile, quota 780 m (fin qui da Lisciano 40 minuti – ascesa 220 m – discesa nulla – Km 2)

Si prosegue nella stessa direzione, si attraversa una piccola piazza, si passa lungo una stretta via tra alcune case e si esce su una strada più larga che, poco più in basso, incrocia la strada principale, Via Cervara, che si segue a sinistra (765 m).

Senza possibilità d’errore, camminando sempre sulla strada asfaltata, per nulla trafficata, si ignora il bivio con la ripida via di sinistra che è il punto d’arrivo della scorciatoia pericolosa sopra accennata e al tornante successivo si passa accanto a un parco ricreativo-sportivo per gli abitanti di Coccodrillo e Lugnano.

Ancora avanti e si entra nel borgo di Lugnano, frazione del comune di Rieti, quota 760 m (inevitabile la visita al paese; c’è da vedere, almeno esternamente, la chiesa Madonna del Fiore, XIII secolo e il portone della chiesa di San Giovanni che richiede un urgente restauro).

Ripresa la via principale si percorre un piccolo tratto di Via Lugnano fino al bivio con Via Mussi (730 m), si continua su quest’ultima via a sinistra, in salita, direzione Nord-Est. Si lascia a sinistra il sentiero CAI numero 408 per i Tre Faggi (Terminillo) e con un saliscendi si transita nella frazione di Cupaello, frazione del comune di Rieti (635 m).

Si prosegue sempre nella stessa direzione, Sud, in Via Abruzzi, fino all’incrocio di quota 615 m, dove si va dritti in Via Colle San Silvestro e si continua a scendere fino al bivio (515 m) con Via Contra che si segue a destra. In breve si entra nel paese di Santa Rufina, frazione del Comune di Cittaducale, e subito ci si trova in Piazza Santa Maria del Popolo dove c’è l’omonima chiesa, quota 525 m (fin qui da Coccodrillo 1,15 ore – ascesa 40 m – discesa 450 m – Km 5,5).

Si prosegue in Via Castello (direzione Sud) trascurando subito a destra Via Aia e, poco più avanti, Via Don Giovanni Minozzi. Alla biforcazione si prende la strada a sinistra che passa accanto alla chiesa parrocchiale (dedicata alla martire romana Santa Rufina) che si costeggia tenendola a destra. Al successivo bivio, di fronte c’è un’antica fontana in ghisa, si prende a destra (c’è una freccia gialla che ci indica la via). Si continua in ripida salita e prima dell’ultima casa si supera un fontanile.

Ora la strada si fa sterrata e a tratti cementata, si costeggiano cascinali con orti coltivati e si arriva sulla sommità di un colle (680 m), dove il sentiero piega a sinistra e va in piano, località Cesa Frittola (trascurare le strade secondarie di destra).

Si passa tra casali ristrutturati (uno ha un caratteristico tetto a “panettone”) e fattorie; si inizia a scendere leggermente fino al quadrivio di quota 665 m dove si va a destra, in netta discesa, lungo una carrozzabile molto dissestata (c’era una freccia gialla che indicava la via ma è stata cancellata). Sulla destra dell’incrocio c’è una casa di solito abitata e con cani nel cortile che abbaiano.

Oltrepassato il fosso di Valle Stura (605 m), si continua sempre sulla sterrata principale che a volte ha il fondo fangoso e si restringe a causa della fitta vegetazione.

Quando sembra terminare la via prosegue a sinistra ed entra in una radura erbosa (un tempo coltivata), la si costeggia a destra (frecce gialle e rosse) e si rientra nel bosco seguendo ancora una traccia percorsa da trattori e jeep.

All’uscita dalla vegetazione di fronte abbiamo un ampio prato scosceso con a sinistra una grande costruzione in rovina, il casale di Petescia (648 m). Si passa accanto al rudere tenendolo sulla sinistra e si intercetta una sterrata alberata presso una piccola costruzione in cemento dove si trova un contatore dell’acqua (sulla sinistra c’è un cancello di Ferro isolato e privo di recinzione).

Si prende a destra e sgiunge in una piazzetta dove c’è una fonte (nuova Fonte di Petescia, quota 630 m), fin qui da Santa Rufina 50 minuti – ascesa 250 m – discesa 120 m – Km 3,5; si continua ancora per pochi metri sulla strada principale per poi imboccare a sinistra la mulattiera che porta alla vecchia Fonte di Petescia (624 m).

Infine si sbuca sulla Strada Comunale n 10 del Terminillo (asfaltata) che si prende a destra, si passa davanti a un’immagine sacra, si oltrepassa la Valle Ottara e la Valle dell’Origine e si giunge al bivio che a sinistra porta al Santuario dei Cappuccini dove Felice chiese l’abito cappuccino.

Se il cancello del santuario è chiuso (590 m) si può salire fino all’ingresso della chiesa, lato Ovest, qui c’è il portone dove Felice Porro bussò per essere accolto dai frati. Per far questo, dal cancello, basta proseguire per una decina di metri verso Cittaducale e imboccare una evidente mulattiera  a sinistra che a tornanti, in un bosco misto, passando vicino ad alcune edicole sacre, porta al piazzale della chiesa (614 m) e al portone d’ingresso, la via prende il nome “Sentiero della Croce” (da Petescia 35 minuti – ascesa 40 m – discesa 70 m – Km 2,5).

Attualmente (Maggio 2017) il convento è occupato dalle Clarisse Cappuccine, quindi è un convento di clausura e di conseguenza il chiostro non è visitabile.

Ritornati sulla strada principale per arrivare nel centro storico del paese di Cittaducale (480 m) ci vogliono 30 minuti – ascesa nulla – discesa 100 m – Km 2.  Si può vedere (dall’esterno) la casa dove San Felice da Cantalice abitò, al numero civico 134 di Corso Mazzini, c’è una lapide in alto a destra di un balcone.

L’escursione sotto descritta ricalca per la prima parte il “Cammino di Francesco” (dal Santuario di San Felice all’Acqua fino alla chiesa di San Felice a Cantalice Superiore) segni di vernice giallo-blu e per la seconda parte il percorso con “Le Ali ai Piedi” frecce di vernice gialla (un percorso di fede che parte dal Santuario Francescano  La Averna, comune di Chiusi della Verna, provincia di Arezzo e termina al Santuario di San Michele Arcangelo, comune di Monte Sant’Angelo, provincia di Foggia)

Tempo totale del Cammino 6,15 ore – Ascesa 820 m circa – Discesa 1050 m – Km 23

 

 

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